mercoledì 19 agosto 2009

Si fa presto a dire Italia
























Si fa presto a dire Italia. Il Po con i suoi barconi in cemento che pesan tantissimo e stanno a galla perchè son vuoti con lo stesso stupore di quand'eri bambino. La mancanza di coraggio di assaggiare le anguille fritte che quelli là divorano, deviazioni su strade sempre più piccole, che ti si srotola dentro Guccini indugiando un pò in malinconia e blues, il parcheggio a Ferrara in piazza dove i tassisti smadonnano dal caldo e dalla crisi, la Porrettana che sembra una pista davvero e vedi sempre sti fiori di plastica che ti chiedi che faccia avranno avuto, la stazione più tristemente famosa d'Italia, torrida che non puoi toccare il ferro, delle curve così rock che il forcellone  svirgola mentre ti pare di staccare davvero, ste stanze a trenta euro con una luce bellissima e il passo Colla e Marradi e il telefono che non prende e novanta persone in un paesino che è difficile spiegare se non hai capito già. E guarda come curvo e guarda come curvo. Un pò classico, ma curvo. Che bello.  E San Gimignano e i suoi tre  milioni di turisti in otto mesi. E i cavalli della Toscana che son nati lì assieme agli inglesi che ti senti un pò a disagio ad essere italiano e il Muraglione che cazzo piove. E Predappio da una piccola strada  inesistente e nessuno davanti, ne dietro ne sopra ne sotto e quei matti che comprano memorabilia, souvenir e magliette e accendini. Ma libri nessuno. Grazie a Paolo Rumiz e alla vecchia motocicletta.

3 commenti:

streetracker ha detto...

Mangiato il gelato a Marradi? Ah, che ti sei perso...

streetracker ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Otto Nero ha detto...

Sei stato da queste parti e non mi hai detto niente...?? :\ :)