Da piccolo il narratore poeta Marco Paolini aveva uno strano concetto di pianura: Pianura si chiama così, perchè li i fiumi vanno piano. Con sta frase in testa e tanta curiosità vado guidando sempre più piano per il sonno ogni chilometro più incalzante, dentro uno sterrato con il carrellone che sobbalza. Sono arrivato nel parco del Ticino in piena notte per seguire una due giorni di scuola di enduro organizzata da Marco Borsi e tenuta da Giovanni Sala. Agriturismo magnifico e silenzio. Odore di terra e fascino. L'acqua vicina e illustri esempi di cascine d'argine appena disegnate nel buio. La mattina presentazioni e un po di giri in fettucciato, età media alta, qualcuno che ci crede ancora e fa un po sorridere, ma per fortuna tanta voglia di divertirsi ben distribuita tra i presenti. Due donne, una su pit bike e alla prima esperienza in assoluto. Imprinting di Giovanni Sala. Che personaggio e non spreco righe leggere per definire il campione anche di umanità e di chiare vedute. Fighi i canali del novarese, non ci ero mai stato. Si insinuano nei larghi orizzonti di questa pianura dove non capisco mai in che regione sono, sarà perchè il Piemonte delle elementari era tutto di montagne. Si va lungo gli argini con uno sherpa locale che si infila tra gli arbusti come una biscia d'acqua. Bello scodinzolare, vale il prezzo del biglietto. Terreni diversi, a volte pare una giornata della Trefle. Fangoni e nessuno in giro. Sti canali volentieri trasgrediscono alle regole geografiche, le acque non scendono mai verso il Po per la via più diretta, ma si attardano con larghi giri e tagli diagonali, tra campagne e paesi. E noi dentro. E poi arrivano anche le montagne e le lezioni di enduro e si impara pure qualcosa. Due giorni di moto bella, a guidare, guardare e ammirare, molti sorrisi, cordialità e cibo buono. Un vago sapore di esotico e mix di dialetti. E metti il peso lì e sposta la testa così e cerca di essere meno aggressivo. Un bel ricordo e del buon tempo speso.
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