domenica 2 settembre 2012

Piccolo giro di un giorno d'estate






Un piccolo giro ma neanche tanto, attorno e dentro alle colline trevigiane. Da motociclista turistico vedo dei cartelli coercitivi, delle case restaurate e ora bellissime. Ma vuote, incredibilmente vuote, snobbate per località piene di gente, ma si sa, è l'angoscia  delle vacanze estive. In agosto devo andar via di qua. Una sta poggiata in silenzio su uno spiazzo che pare di terra sarda. Silenziosi son belli pure i cannoni ad onda d'urto della zona di Valdobbiadene. Degli enormi tubi metallici verticali, un fallo di dieci metri dal diametro crescente con l'altezza, ingentilito alla base da qualche alberello. Pare facciano impazzire i cinghiali che si mettono a girare in quadrato e non in tondo. Si, in quadrato. Una camera di scoppio dove si immette del gas butano che viene fatto esplodere ad intervalli di 18 - 20 secondi quando grandina. Il lungo cono rovesciato funge da detonatore e l'onda d'urto infrange i chicchi di grandine in quota, favorendone la distruzione prima che essi tocchino terra. Però quelli del finchè c'è prosecco c'è speranza, mi dicono che non servono a gran che. Grandina lo stesso e di brutto. E in più tuona da dar fastidio non solo ai cinghiali. Rientro largo per il San Boldo, luogo mitico  che pare una istallazione di Gligorov, percorso dai romani, dagli zattieri veneziani, iniziato a costruire con le fattezze attuali nel 1914 dagli  alpini italiani con fatica e bellezza e terminato dal genio militare austriaco. Il tutto in 100 giorni di lavoro. Pascoli bellunesi un pò inquietanti. Piove addosso a sta moto che  non capisco ma forse capirò, piove  al casello e tiro fuori un biglietto tutto sgualcito, davanti al Pirelli una targa croata appiccicata ad una auto dal lusso esagerato. Dentro una talmente bionda da sembrare polacchissima. Anzi, potrebbe esserlo, bionda di Cracovia. 

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