lunedì 17 dicembre 2012

Dove Gesù ha perso le scarpe



Già una Palio davanti alla tua ruota è un fatto non banale.
Attraverso le lenti degli Scott mediamente sporchi può essere una scena buffa e un filo surreale. Una Fiat Palio lungo una strada provinciale, asfalto degli anni ottanta umido di pioggia quasi neve,  guidatore tranquillo con leggera depressione postprandiale. Gira la testa  a sinistra un po' basito, sorpassato da due moto affiancate, pilota sdraiato come si fosse a Bonneville alla guida di una delle due, motore spento. Anzi rotto. L'altro gamba tesa a spingere sullo scarico.
95 cinque all'ora. E' la frase di epilogo di una giornata davvero divertente, in mezzo alla settimana quando gli altri lavorano o pensano di far meglio.
La location è sconosciuta, il periodo non lo ricordo, ma parafrasando l'autore non è azzardato dire dove Gesù ha perso le scarpe, ma non è morto dal freddo. Almeno in quel posto lì, no davvero. Uno che Severgnini si è dimenticato di citare nel suo Italians. Altezza mezza bellezza, sorriso pirata che quando entra in un posto la più sposata si appresta a sfilarsi la fede e  passarsi la mano tra i capelli, frasi criptiche che stanno a metà tra Francesco De Gregori e Paolo Conte. Ha guidato quindici moto dove quasi sempre non si può, per legge, per costume, per pudore. Ma a volte si fa perché fa simpatia e ci si diverte, e forse è meno grave che fare il politico nella accezione attuale del termine. Un gruppo che praticamente non ha mai smesso di fare la naja, in perenne ricerca della vittima, ma che una vittima perfetta non c'è. Nel gruppo alcune facce che sono dei brand da soli, nel senso che aggregano attorno ai propri valori gaudenti, una community per niente virtuale. Urla, risate, fatica, populismo motociclistico sano oserei dire. Il presidente Paolo, che usando il carisma della guida,  propone un orizzonte di senso pertinente e cerca in qualche modo di essere significativo e sensato rispetto alle aspettative del gruppo, che come ovvio è di svariati livelli di abilità. Motociclistica, dialettica, intellettiva, umana. Carlo, marchigiano come io sono londinese. Uno che non si sa se si diverte di più a fare il pirla nel fare i traversi o a sparare  nella ricezione psicologica altrui, conscio di essere al mondo con questo importante ruolo. Paolo lo stiloso, perché uno lo deve essere in tutto. Romano il designer, autore di una uscita che poteva costargli delle fatiche immani, ma non deve essere andata tanto diversamente. Massimo l'architetto con la faccia da artista, autore di una discesa che ha regalato adrenalina a piene mani. Ma i nomi e la facce son tanti e si possono scambiare senza variare il risultato finale. Beppe Severgnini dovrebbe aggregarsi ogni tanto, la sociologia ne trarrebbe benefico e divertente vantaggio.

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