mercoledì 22 settembre 2010

Sabato e domenica. Ci sono le corse





























Ad impegnare la mente e i week end. Il pensiero va e ti sembran cose importanti e forse sono tra le più importanti che puoi fare. Imprenditori del formaggio, ingegneri, che razza di lavoro fai, ci si allena sul serio o si va e basta. Tre giri di un bel fuoristrada, da soli a tratti e in coda che sembra il lunedì. Chilometri di furgoni e accenti che cambiano, camperoni e carrellini, salsiccie e estrazioni della lotteria. Linea e fettucciato. Percorso. Facce da matrimonio del giorno prima e facce che sorridono. Gente che crede di essere al mondiale anche se ha il pancione grosso come quello della moglie incinta. Lascio il marsupio prima di entrare o vado dentro con lo zaino e tutto, tanto. Sigaretta dopo la speciale o biberon di integratori. E' il triveneto di enduro, dove si può esordire a quaranta anni e divertirsi un sacco.
La pista emoziona quando la vedi da lontano. Sembra piatta ma ci sono 22 metri di dislivello in quella che chiamano la buca. Fa un pò timore per qualche retaggio malfamato di soccorsi di quando ancora si chiamava Jugoslavia. Paura. Pensieri che come puoi dirli se non riesci a pensarli nemmeno in silenzio. Asfalto leggendario, si dice realizzato dagli ergastolani che Tito impiegava a far bene. Vecchie moto belle, preparativi o tentativi di preparativi. Montaggi all'ultimo minuto di armate Brancaleone e disposizione chirurgica di utensili da parte di team straordinari per mezzi e blasone storico. Pile di gomme a disposizione e che schifo di gomme hai mica le tieni anche per la gara. Abbandoni e esaltazioni. Son le corse. Anche quelle della domenica, anzi sopratutto quelle. Rjieka, campionato italiano endurance vintage. Quattro ore di follia controllata da imbiellaggi dal cuore debole.

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